Siamo sicuri che smartworking e comodità siano sinonimi? Questa modalità di lavoro non necessariamente è la più comoda e semplice, ce ne siamo accorti soprattutto durante il lockdown. In questo scenario il team ideas42, applicando i concetti dell’economia comportamentale, ci fornisce 4 buone praticheper rendere le ore di lavoro a casa maggiormente piacevoli e produttive.
La risposta più comune degli animali alla paura non è combattere, bensì immobilizzarsi o scappare. Noi umani, nella maggior parte dei casi, ci comportiamo allo stesso modo: se qualcosa ci spaventa, tendiamo a bloccarci e cerchiamo di eliminare quella sensazione negative che la paura provoca in noi.
Proprio per questa ragione, gli avvertimenti perentori e minacciosi hanno un impatto molto limitato sul nostro comportamento: selezioniamo le informazioni e tendiamo a credere solo a quelle positive, neutralizzando o ignorando ciò che ci suona come una minaccia o un ammonimento per quanto riguarda la nostra salute, il nostro benessere economico, il nostro futuro.
A livello di comunicazione, il concetto chiave è che la paura e i messaggi intimidatori in generale, portano alla non-azione e quindi, se vogliamo attirare l’attenzione e comunicare in modo efficace, ci conviene puntare su un registro positivo, che parli in termini di progressi e guadagni piuttosto che di fallimenti e perdite.
L’avversione umana alla perdita è uno dei concetti fondanti dell’economia comportamentale, di cui ci parlano per primi Kahneman e Tversky in “Pensieri lenti e veloci”. In questo interessante TedXTalk, l’avversione alla perdita (loss aversion) viene ripresa dalla neuroscienziata comportamentale Tali Sharot che illustra tre regole base da seguire allo scopo di comunicare efficacemente e apportare significative modifiche nei comportamenti delle persone.
Tra i principali ambiti di applicazione dell’economia comportamentale rientrano i comportamenti rispettosi dell’ambiente. In questo campo, interventi che usano tecniche di nudging hanno dimostrato un’efficacia maggiore rispetto alle comuni politiche pubbliche basate su divieti, tasse e incentivi economici.
Si sono sviluppati, negli ultimi anni, modelli virtuosi che promuovono i comportamenti ecosostenibili e invogliano le persone a riciclare la plastica; ne è un esempio il già citato progetto implementato nella città di Roma “Ricicli la plastica e viaggi”.
Oggi vogliamo presentarvi un altro progetto di economia circolare, sperimentato nella città di Potenza a partire da gennaio 2020: “Bottle to Bike”, che fungerà da modello nazionale per Corepla (Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Plastica). L’idea è semplice: ricicla la plastica in una delle Eco-station sparse per la città e ricevi una bici elettrica. La bici sarà data in comodato d’uso per 30 giorni ma, se il noleggio verrà rinnovato per 12 volte (attraverso il riciclo di altra plastica), la bici diventerà di proprietà della persona.
Attraverso interventi di questo tipo, Potenza, da essere città sotto la media nazionale per il riciclo di plastica nel 2018, ha superato il livello nazionale medio l’anno successivo. Per di più, come potete immaginare, ottenere una bici elettrica gratuitamente ne incentiverà automaticamente l’uso, con conseguente riduzione di emissioni, risparmio sul carburante e benefici sulla salute fisica.
Ci siamo accorti che uscire con amici che non portano la mascherina spinge anche noi ad attuare lo stesso comportamento? Perché, quindi, dovremmo indossarla anche se gli altri non lo fanno?
Sembra, infatti, che un comportamento attuato da appena il 25% dei membri di un gruppo si estenda fino a divenire norma sociale di tutto il gruppo. Lorenzo Gagliardi in questo articolo pubblicato sull’Osservatorio-COVID di a Better Place ci spiega l’effetto delle norme sociali e come queste potrebbero avere un impatto, in negativo e in positivo, sulla diffusione del virus.
Da febbraio siamo stati travolti da nuove regole che hanno modificato il nostro modo di entrare in interazione con gli altri. Il concetto che più di tutti risuona nelle nostre menti è “distanza sociale”. Sottolineare la necessità di mantenere una distanza specifica dalle persone a noi care (e non), è sembrata a molti una sfida difficile da superare. Ma è davvero un concetto così lontano da quello che abbiamo sempre vissuto? In questo articolo del Behavioral Insight Team, vengono analizzati tre insights collegati al concetto di “distanza sociale”, con focus sul mondo inglese.
Dall'articolo emerge in particolare come, conoscere e analizzare il modo in cui interagiamo a livello spaziale - prossemica - sia di fondamentale importanza per aiutare le istituzioni a costruire una comunicazione efficace che porti le persone a rispettare le norme predisposte per contrastare efficacemente il Covid19.
Hai mai desiderato avere un corpo snello e asciutto senza fare troppi sforzi? Se sei un fumatore, hai mai pensato che in futuro potresti avere più possibilità di ammalarti?
Sono solo alcuni esempi di situazioni in cui gli effetti si vedono esclusivamente sul lungo periodo ma sono strettamente dipendenti dalle scelte che prendiamo nel qui ed ora. Luca Dellanna con il suo intervento al Nudgestock2020 ci spiega che c’è una tendenza diffusa a desiderare di raggiungere dei risultati sul lungo periodo che non trova però riscontro nelle azioni che poi effettivamente compiamo. Se non si crea uno stretto legame tra output futuro e comportamento presente quello che si prospetta è un vissuto a elevata frustrazione.
In questo video, Dellanna ci dà tre utili consigli per ovviare al problema: seguendoli è possibile favorire un’esperienza emotiva positiva che alimenti costantemente la volontà di compiere scelte adeguate oggi per ottenere il risultato desiderato nel futuro.