Il blog di Nudge Italia

Ve l’avevo detto!

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Contenuto elaborato da: Martina Galimberti

“[…] noi esseri umani ci inganniamo costantemente elaborando fragili resoconti del passato e convincendoci che siano veri” 

                            Daniel Kahneman in “Pensieri lenti e veloci”, p.265

Vi è mai capitato di pensare di aver previsto un evento? Di dire frasi come ”ve l’avevo detto io”? BENE!
Come tutti gli esseri umani siete caduti nell’hindsight bias o bias “del senno del poi”. Consiste nel credere di aver saputo prevedere in anticipo un evento accaduto nel passato. In realtà ci stiamo ingannando! La nostra mente, quando raccontiamo una storia, evita di farci incappare nelle incoerenze per rendere il racconto e il pensiero più fluido. Il risultato? Ci convinciamo che la realtà sia sempre stata chiara e controllabile: il mondo ci sembra meno spaventoso.

Kahneman nel suo libro “Pensieri lenti e veloci”, sottolinea come sia per noi difficile elaborare possibili incoerenze perché potrebbero confondere le nostre idee e i nostri sentimenti. Siamo quindi naturalmente portati a costruire storie di comportamenti ed intenzioni delle persone in modo che siano coerenti con le conseguenze delle loro azioni. Per questo, quando capita un evento imprevisto, aggiustiamo la storia che ci siamo raccontati fino a quel momento in modo che sia coerente con le nostre aspettative. Ed ecco che esclamiamo “io lo sapevo, me lo sentivo”!
Rivediamo velocemente la nostra prospettiva della realtà per adattarla ai nuovi dati e alle nuove conoscenze che abbiamo acquisito. Sembra un meccanismo perfetto. 

Perché, allora, viene considerato un bias? Modificare completamente la nostra prospettiva rispetto ad un problema o ad un’idea, spesso, non ci permette di tenere a mente quale fosse il nostro stato mentale e il nostro pensiero nel passato. 

Ri-narrare significa, in un certo senso, modificare ciò che è stato per adattarlo al presente.

Fonte:  Kahneman, D. (2012). Pensieri lenti e veloci. Milano: Mondadori

Un grafico per la felicità

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Contenuto elaborato da: Vittoria Perego


Nel 1979 Kahneman e Tversky hanno elaborato un modello in grado di spiegare come gli esseri umani prendono le decisioni. Si tratta di un processo molto più complesso di quanto possiamo immaginare, le persone non sono così razionali e capaci di considerare ogni singolo aspetto quando devono fare delle scelte. 

Questa teoria è applicabile anche al contesto quotidiano e alla sfera personale proprio come vien illustrato nell’articolo di Luigia Barzaghi pubblicato nell’osservatorio sul COVID-19 di aBetterPlace. In questo periodo di emergenza sanitaria e di forte incertezza abbiamo vissuto momenti di smarrimento e di angoscia, ci siamo trovati nel “terzo quadrante” quello in cui il dolore e gli effetti negativi vengono avvertiti in modo più profondo rispetto ai momenti di felicità. 

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Inoltre man mano che il tempo passa questa sensazione negativa va scemando e il dolore diventa meno forte. 

Non spaventatevi, è un effetto del tutto normale, è una lettura in chiave comportamentale di un periodo che molti di noi stanno ancora affrontando. Esserne più consapevoli ci aiuta sicuramente a viverlo meglio.

Fonte: https://abetterplace.it/la-curva-della-felicita 

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