Igiene dentale e Nudging: perché il dentista pretende troppo da noi
Contenuto elaborato da Chiara Curiale
Quante volte il dentista ci ha raccomandato di lavarci i denti per almeno due minuti e minimo due volte al giorno? Quante volte abbiamo sentito informazioni circa le conseguenze negative associate alla scarsa o scorretta igiene dentale?
Oramai è risaputo: lavare regolarmente e correttamente i denti è importante. Oltre a prevenire problemi dentali come carie, gengivite, parodontite e perdita dei denti (già, di per sé, molto invalidanti), lavare i denti contribuisce a proteggere la salute generale dell’individuo. Sono ormai numerosi gli studi che certificano l’importanza dell’igiene orale per tutto l’organismo e gli esperti sconsigliano all’unanimità di lavare i denti meno di due/tre volte al giorno e, comunque, di lasciare i denti sporchi per più di 24 ore.
Nonostante la salute dei denti sia andata progressivamente migliorando nel corso degli anni, i problemi legati alla scarsa igiene orale rappresentano ancora un rischio per tutte le fasce d’età e sono, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, uno dei maggiori problemi sanitari dei paesi industrializzati. Le carie dentali interessano una percentuale di bambini in età scolare compresa tra il 60 ed il 90% e rappresentano un problema anche per la maggior parte degli adulti in tutto il mondo. In Italia le persone sopra i 30 anni che presentano una forma di disturbo gengivale arrivano circa all’80%.
I problemi e le patologie del cavo orale si configurano, così, come un rischio per la salute da non sottovalutare ed hanno un impatto conseguente sul benessere generale della persona. Appare dunque chiara la necessità di agire per migliorare l’adesione alle raccomandazioni dentistiche. Ma, come fare?
Perché non ci laviamo i denti quando e come dovremmo: il problema spiegato dalla Behavioral Economics.
I benefici di una corretta igiene dentale sembrano ormai noti a tutti, così come le conseguenze negative associate a lavaggi dentali poco frequenti e incorretti. Eppure, come mai tendiamo a pensare che saltare occasionalmente un lavaggio dentale non sia poi un gran problema? Perché, puntualmente, 30 secondi dopo l’inizio del lavaggio ci ritroviamo a pensare “dai basta, mi sembra che sia sufficiente così”?
La Behavioral Economics ci insegna che gli esseri umani non sono perfettamente razionali: conoscere qual è la cosa giusta da fare e quali sono gli esiti negativi o positivi di un’azione non è sufficiente per comportarci di conseguenza. Noi esseri umani tendiamo infatti ad adottare scorciatoie di pensiero (euristiche) che possono tradursi in errori (bias) che – per fortuna per tutti – sono sistematici e, in quanto tali, prevedibili. Quando ci troviamo di fronte ad una scelta, come potrebbe essere quella di lavare o meno i denti, non sempre ci comportiamo come buoni decisori. Il comportamento del lavaggio quotidiano dei denti possiede, infatti, una serie di caratteristiche che ci rende più soggetti a possibili “trappole mentali”, le quali chiariscono perché spesso protendiamo per posare lo spazzolino, anziché per usarlo.
Ecco presentate alcune peculiarità del comportamento di lavaggio dei denti che ne influenzano la frequenza e la durata:
1) E’ un comportamento che richiede uno sforzo attivo.
Ritagliarsi uno spazio per spazzolare i denti prima di uscire, vincere la pigrizia e lavarsi i denti prima di andare a letto sono tutti comportamenti che, per quanto consolidati, implicano comunque un elevato costo della risposta; necessitano, cioè, un impegno attivo da parte della persona che, per questo motivo, potrebbe cedere alla tentazione e desistere dal metterli in atto.
2) Se abbiamo imparato a farlo nel modo sbagliato, per correggerci abbiamo bisogno di risorse cognitive ed attentive molto elevate (o di qualcuno/qualcosa che ci aiuti!). Il self-control bias (bias dell’autocontrollo), che in Economia Comportamentale viene definito come la difficoltà dell’essere umano nel controllare impulsi e comportamenti dettati da abitudini, ci aiuta a capire il perché, se siamo abituati a lavarci i denti nel modo scorretto, difficilmente
riusciremo a seguire le raccomandazioni del dentista o i nostri buoni propositi. In altre parole, tendiamo a prediligere le abitudini consolidate, sebbene possano produrre effetti negativi per il benessere personale: se solitamente laviamo i denti per 50 secondi, spazzolarli per due minuti è un comportamento “nuovo” e che quindi ci costa maggior fatica e per questo ha minori probabilità
di essere messo in atto.
3) Le conseguenze positive o negative del comportamento si manifestano solo nel lungo termine, mentre nel breve periodo non abbiamo percezione dei vantaggi e svantaggi di tale comportamento.
Le persone faticano ad agire oggi in funzione di possibili conseguenze future. L’hyperbolic discounting si riferisce alla tendenza umana di preferire una gratificazione immediata ad una futura, assegnando a quest’ultima un valore minore. Le conseguenze immediate, al contrario, sono subito percepibili e, per questo motivo, hanno un impatto molto più forte sui comportamenti.
Il caso del lavaggio dei denti è proprio uno di quelli in cui le conseguenze negative della scarsa o scorretta igiene, come ad esempio la caduta di un dente o una carie, sono ritardate nel tempo. Evitare la fatica di doversi lavare bene i denti è un comportamento conveniente nell’immediato e che, quindi, tenderemo a preferire più di qualche volta, anche se questo significa trascurare la nostra igiene dentale.
Come fare, quindi, per far contento il nostro dentista e lavare i denti con regolarità e nella maniera appropriata? l’Economia Comportamentale ed il Nudging ci vengono in soccorso in questo. Abbiamo a disposizione gli strumenti per modificare il contesto in cui gli esseri umani si trovano a scegliere ed agire, senza intaccare in alcun modo la loro libertà di scelta. Gli interventi di Nudging,
tra le altre cose, possono contribuire in maniera significativa ed efficace a salvaguardare la nostra salute dentale.
Come? Per scoprirlo, continua a seguirci e non perderti la seconda parte dell’articolo!