Bibliografia di riferimento
Richard H. Thaler, Cass R. Sunstein
Nudge - La spinta gentile
Ogni giorno prendiamo decisioni sui temi più disparati: come investire i nostri soldi, cosa mangiare per cena, dove mandare i figli a scuola, con che mezzo di trasporto raggiungere il centro della città. Purtroppo facciamo spesso scelte sbagliate. Mangiamo troppo, usiamo la macchina quando potremmo andare a piedi, scegliamo il piano tariffario peggiore per il nostro telefonino o il mutuo meno conveniente per comprare una casa. Siamo esseri umani, non calcolatori perfettamente razionali, e siamo condizionati da troppe informazioni contrastanti, dalla complessità della vita quotidiana, dall'inerzia e dalla limitata forza di volontà. È per questo che abbiamo bisogno di un "pungolo", di una spinta gentile che ci indirizzi verso la scelta giusta: di un nudge, come l'hanno battezzato l'economista Richard Thaler e il giurista Cass Sunstein in questo libro. L'idea di Thaler e Sunstein è semplice ma geniale: per introdurre pratiche di buona cittadinanza, per aiutare le persone a scegliere il meglio per sé e per la società, occorre imparare a usare a fin di bene l'irrazionalità umana. I campi d'applicazione sono potenzialmente illimitati: dal sistema pensionistico allo smaltimento dei rifiuti, dalla lotta all'obesità al traffico, dalla donazione di organi ai mercati finanziari, non c'è praticamente settore della vita pubblica o privata che non possa trarre giovamento dal "paternalismo libertario".
Nudge - La spinta gentile
Ogni giorno prendiamo decisioni sui temi più disparati: come investire i nostri soldi, cosa mangiare per cena, dove mandare i figli a scuola, con che mezzo di trasporto raggiungere il centro della città. Purtroppo facciamo spesso scelte sbagliate. Mangiamo troppo, usiamo la macchina quando potremmo andare a piedi, scegliamo il piano tariffario peggiore per il nostro telefonino o il mutuo meno conveniente per comprare una casa. Siamo esseri umani, non calcolatori perfettamente razionali, e siamo condizionati da troppe informazioni contrastanti, dalla complessità della vita quotidiana, dall'inerzia e dalla limitata forza di volontà. È per questo che abbiamo bisogno di un "pungolo", di una spinta gentile che ci indirizzi verso la scelta giusta: di un nudge, come l'hanno battezzato l'economista Richard Thaler e il giurista Cass Sunstein in questo libro. L'idea di Thaler e Sunstein è semplice ma geniale: per introdurre pratiche di buona cittadinanza, per aiutare le persone a scegliere il meglio per sé e per la società, occorre imparare a usare a fin di bene l'irrazionalità umana. I campi d'applicazione sono potenzialmente illimitati: dal sistema pensionistico allo smaltimento dei rifiuti, dalla lotta all'obesità al traffico, dalla donazione di organi ai mercati finanziari, non c'è praticamente settore della vita pubblica o privata che non possa trarre giovamento dal "paternalismo libertario".
Daniel Kahneman
Pensieri lenti e veloci
Siamo stati abituati a ritenere che all'uomo, in quanto essere dotato di razionalità, sia sufficiente tenere a freno l'istinto e l'emotività per essere in grado di valutare in modo obiettivo le situazioni che deve affrontare e di scegliere, tra varie alternative, quella per sé più vantaggiosa. Gli studi sul processo decisionale condotti ormai da molti anni dal premio Nobel Daniel Kahneman hanno mostrato quanto illusoria sia questa convinzione e come, in realtà, siamo sempre esposti a condizionamenti - magari da parte del nostro stesso modo di pensare - che possono insidiare la capacità di giudicare e di agire lucidamente. Illustrando gli ultimi risultati della sua ricerca, Kahneman ci guida in un'affascinante esplorazione della mente umana e ci spiega come essa sia caratterizzata da due processi di pensiero ben distinti: uno veloce e intuitivo (sistema 1), e uno più lento ma anche più logico e riflessivo (sistema 2).
Pensieri lenti e veloci
Siamo stati abituati a ritenere che all'uomo, in quanto essere dotato di razionalità, sia sufficiente tenere a freno l'istinto e l'emotività per essere in grado di valutare in modo obiettivo le situazioni che deve affrontare e di scegliere, tra varie alternative, quella per sé più vantaggiosa. Gli studi sul processo decisionale condotti ormai da molti anni dal premio Nobel Daniel Kahneman hanno mostrato quanto illusoria sia questa convinzione e come, in realtà, siamo sempre esposti a condizionamenti - magari da parte del nostro stesso modo di pensare - che possono insidiare la capacità di giudicare e di agire lucidamente. Illustrando gli ultimi risultati della sua ricerca, Kahneman ci guida in un'affascinante esplorazione della mente umana e ci spiega come essa sia caratterizzata da due processi di pensiero ben distinti: uno veloce e intuitivo (sistema 1), e uno più lento ma anche più logico e riflessivo (sistema 2).
Dan Ariely
Prevedibilmente irrazionale
Dan Ariely, uno dei massimi esperti mondiali di economia cognitiva e comportamentale, è convinto che noi non siamo solo irrazionali, ma che lo siamo in modo prevedibile: specifiche situazioni ci porteranno con buona probabilità a compiere determinate scelte che non hanno nulla – o quasi – di logico o di razionale.
In modo irrazionale siamo convinti di essere razionali. Ma al contrario di quanto dicono le teorie economiche tradizionali, non siamo capaci di scegliere tra diverse alternative calcolando il valore di tutte le opzioni che abbiamo di fronte. Altrimenti perché ci ripromettiamo tanto spesso di metterci a dieta, solo per veder svanire il nostro proposito all’avvicinarsi del carrello dei dessert? Perché ci ritroviamo ad acquistare oggetti che non vogliamo solo per avere un omaggio che non ci serve? E perché dopo aver preso un’aspirina da un centesimo continuiamo ad avere mal di testa, mentre ci passa subito se la medicina costa cinque volte tanto? Ariely è partito dalla propria esperienza personale – ustionato in seguito ad un’esplosione all’età di 18 anni, ha dovuto subire le conseguenze delle “decisioni irrazionali” prese dalle infermiere che gli strappavano i cerotti. E partendo da questo in una carrellata di esperimenti divertenti e sorprendenti, mostra che siamo animali più emotivi che ragionevoli. Certo, capire in che modo il corpo e il cervello che crediamo di
conoscere funzionano “a nostra insaputa” non farà immediatamente di noi algidi e astuti calcolatori. Ma ci aiuterà almeno a sfuggire ad alcuni dei nostri più clamorosi errori quotidiani, soprattutto quelli indotti da chi vuole sfruttare la nostra prevedibile irrazionalità.
Prevedibilmente irrazionale
Dan Ariely, uno dei massimi esperti mondiali di economia cognitiva e comportamentale, è convinto che noi non siamo solo irrazionali, ma che lo siamo in modo prevedibile: specifiche situazioni ci porteranno con buona probabilità a compiere determinate scelte che non hanno nulla – o quasi – di logico o di razionale.
In modo irrazionale siamo convinti di essere razionali. Ma al contrario di quanto dicono le teorie economiche tradizionali, non siamo capaci di scegliere tra diverse alternative calcolando il valore di tutte le opzioni che abbiamo di fronte. Altrimenti perché ci ripromettiamo tanto spesso di metterci a dieta, solo per veder svanire il nostro proposito all’avvicinarsi del carrello dei dessert? Perché ci ritroviamo ad acquistare oggetti che non vogliamo solo per avere un omaggio che non ci serve? E perché dopo aver preso un’aspirina da un centesimo continuiamo ad avere mal di testa, mentre ci passa subito se la medicina costa cinque volte tanto? Ariely è partito dalla propria esperienza personale – ustionato in seguito ad un’esplosione all’età di 18 anni, ha dovuto subire le conseguenze delle “decisioni irrazionali” prese dalle infermiere che gli strappavano i cerotti. E partendo da questo in una carrellata di esperimenti divertenti e sorprendenti, mostra che siamo animali più emotivi che ragionevoli. Certo, capire in che modo il corpo e il cervello che crediamo di
conoscere funzionano “a nostra insaputa” non farà immediatamente di noi algidi e astuti calcolatori. Ma ci aiuterà almeno a sfuggire ad alcuni dei nostri più clamorosi errori quotidiani, soprattutto quelli indotti da chi vuole sfruttare la nostra prevedibile irrazionalità.
Nassim Taleb
Il Cigno Nero. Come l'improbabile governa la nostra vita
Cosa pensarono gli europei quando, giunti in Australia, videro dei cigni neri dopo aver creduto per secoli, supportati dall'evidenza, che tutti i cigni fossero bianchi? Un singolo evento è sufficiente a invalidare un convincimento frutto di un'esperienza millenaria. Ci ripetono che il futuro è prevedibile e i rischi controllabili, ma la storia non striscia, salta. I cigni neri sono eventi rari, di grandissimo impatto e prevedibili solo a posteriori, come l'invenzione della ruota, l'11 settembre, il crollo di Wall Street e il successo di Google. Sono all'origine di quasi ogni cosa, e spesso sono causati ed esasperati proprio dal loro essere imprevisti. Se il rischio di un attentato con voli di linea fosse stato concepibile il 10 settembre, le Torri Gemelle sarebbero ancora al loro posto. Se i modelli matematici fossero applicabili agli investimenti, non assisteremmo alle crisi degli hedge funds. Questo libro è dedicato ai cigni neri: cosa sono, come affrontarli, in che modo trarne beneficio.
Il Cigno Nero. Come l'improbabile governa la nostra vita
Cosa pensarono gli europei quando, giunti in Australia, videro dei cigni neri dopo aver creduto per secoli, supportati dall'evidenza, che tutti i cigni fossero bianchi? Un singolo evento è sufficiente a invalidare un convincimento frutto di un'esperienza millenaria. Ci ripetono che il futuro è prevedibile e i rischi controllabili, ma la storia non striscia, salta. I cigni neri sono eventi rari, di grandissimo impatto e prevedibili solo a posteriori, come l'invenzione della ruota, l'11 settembre, il crollo di Wall Street e il successo di Google. Sono all'origine di quasi ogni cosa, e spesso sono causati ed esasperati proprio dal loro essere imprevisti. Se il rischio di un attentato con voli di linea fosse stato concepibile il 10 settembre, le Torri Gemelle sarebbero ancora al loro posto. Se i modelli matematici fossero applicabili agli investimenti, non assisteremmo alle crisi degli hedge funds. Questo libro è dedicato ai cigni neri: cosa sono, come affrontarli, in che modo trarne beneficio.
Barry Schwartz
The Paradox of choice. Why less is more
“Viviamo in un momento dove libertà e autonomia sono i valori principali e sovrani, l’autodeterminazione è motivo di benessere per l’individuo. La possibilità di scegliere è la misura di questi valori, più posso scegliere e più starò bene, sarò libero e realizzato.” (Barry Schwartz)
Se da una parte è innegabile che la libertà di scelta aumenti la qualità delle nostre vite, dall’altra si può essere assolutamente certi che con l’aumentare delle alternative tra cui scegliere aumenti anche il nostro senso di libertà e di soddisfazione?
All’interno del suo testo l’autore fornisce le sue risposte a quello che è stato definito come un paradosso della nostra cultura occidentale. Troppa scelta vuol dire troppa responsabilità su chi deve scegliere, troppa paura, troppa autocolpevolizzazione, aspettative troppo elevate. Troppa scelta non è libertà è paralisi, dice Schwartz.
E allora come possiamo fare a fronte delle continue e quotidiane scelte che ci troviamo a dover compiere nei più svariati ambiti e dalle importanti o marginali conseguenze?
The Paradox of choice. Why less is more
“Viviamo in un momento dove libertà e autonomia sono i valori principali e sovrani, l’autodeterminazione è motivo di benessere per l’individuo. La possibilità di scegliere è la misura di questi valori, più posso scegliere e più starò bene, sarò libero e realizzato.” (Barry Schwartz)
Se da una parte è innegabile che la libertà di scelta aumenti la qualità delle nostre vite, dall’altra si può essere assolutamente certi che con l’aumentare delle alternative tra cui scegliere aumenti anche il nostro senso di libertà e di soddisfazione?
All’interno del suo testo l’autore fornisce le sue risposte a quello che è stato definito come un paradosso della nostra cultura occidentale. Troppa scelta vuol dire troppa responsabilità su chi deve scegliere, troppa paura, troppa autocolpevolizzazione, aspettative troppo elevate. Troppa scelta non è libertà è paralisi, dice Schwartz.
E allora come possiamo fare a fronte delle continue e quotidiane scelte che ci troviamo a dover compiere nei più svariati ambiti e dalle importanti o marginali conseguenze?
Cass R. Sunstein
Effetto nudge. La politica del paternalismo libertario
Lo Stato ha diritto, e se sì in quale misura, a intervenire su questioni che riguardano la vita privata e le scelte personali dei cittadini, come l'obesità, il fumo, la guida, le cure, la sicurezza degli alimenti? Spesso infatti le scelte che facciamo ledono i nostri stessi interessi. Ecco perché Sunstein, coniugando teoria giuridica ed economia comportamentale, propone nuove argomentazioni a sostegno di un "paternalismo libertario", che riesca a proteggerci da errori molto gravi. È la ricerca di un difficile equilibrio tra uno Stato che interviene troppo e la salvaguardia della libertà di scelta dei cittadini; ma, contro la tesi di chi rifiuta per principio qualsiasi forma di paternalismo, l'autore dimostra come nella realtà esso sia inevitabile.
Effetto nudge. La politica del paternalismo libertario
Lo Stato ha diritto, e se sì in quale misura, a intervenire su questioni che riguardano la vita privata e le scelte personali dei cittadini, come l'obesità, il fumo, la guida, le cure, la sicurezza degli alimenti? Spesso infatti le scelte che facciamo ledono i nostri stessi interessi. Ecco perché Sunstein, coniugando teoria giuridica ed economia comportamentale, propone nuove argomentazioni a sostegno di un "paternalismo libertario", che riesca a proteggerci da errori molto gravi. È la ricerca di un difficile equilibrio tra uno Stato che interviene troppo e la salvaguardia della libertà di scelta dei cittadini; ma, contro la tesi di chi rifiuta per principio qualsiasi forma di paternalismo, l'autore dimostra come nella realtà esso sia inevitabile.
Cass R. Sunstein
Semplice. L’arte del governo nel terzo millenio
Le regole non sono sempre un intralcio. Possono aiutarci a risparmiare soldi nella gestione della cosa pubblica. A migliorare la qualità del cibo nelle mense in cui mangiano i nostri figli. A rendere più sicure le fabbriche e gli uffici in cui lavoriamo. Regole nuove, più duttili, più intelligenti possono mettere d'accordo potenzialità individuali e collettive. Possono consentirci di agire in maniera più libera, efficace, creativa. Possono aiutarci a vivere meglio. Cass R. Sunstein non è solo il maggior teorico di questo nuovo modello di governance. È "lo zar della regolazione", com'è stato ribattezzato. È l'uomo che Obama ha voluto a capo di uno dei dipartimenti più influenti della Casa Bianca, l'Office of Information and Regulatory Affairs (Oira), per ripensare radicalmente il modello di governance su cui si reggono gli Stati Uniti d'America. L'idea di partenza di Sunstein è semplice: dalla qualità dell'aria, agli standard di efficienza delle nostre auto, ai tempi di attesa agli sportelli degli uffici pubblici, tutto può essere misurato, monitorato, ottimizzato. Lo scopo di Sunstein è altrettanto semplice: che la società americana diventi più armonica, più efficiente, più sostenibile. E il metodo di Sunstein è uno solo: una regolamentazione intelligente che renda la vita della società, dei cittadini, delle imprese, sempre più semplice.
Semplice. L’arte del governo nel terzo millenio
Le regole non sono sempre un intralcio. Possono aiutarci a risparmiare soldi nella gestione della cosa pubblica. A migliorare la qualità del cibo nelle mense in cui mangiano i nostri figli. A rendere più sicure le fabbriche e gli uffici in cui lavoriamo. Regole nuove, più duttili, più intelligenti possono mettere d'accordo potenzialità individuali e collettive. Possono consentirci di agire in maniera più libera, efficace, creativa. Possono aiutarci a vivere meglio. Cass R. Sunstein non è solo il maggior teorico di questo nuovo modello di governance. È "lo zar della regolazione", com'è stato ribattezzato. È l'uomo che Obama ha voluto a capo di uno dei dipartimenti più influenti della Casa Bianca, l'Office of Information and Regulatory Affairs (Oira), per ripensare radicalmente il modello di governance su cui si reggono gli Stati Uniti d'America. L'idea di partenza di Sunstein è semplice: dalla qualità dell'aria, agli standard di efficienza delle nostre auto, ai tempi di attesa agli sportelli degli uffici pubblici, tutto può essere misurato, monitorato, ottimizzato. Lo scopo di Sunstein è altrettanto semplice: che la società americana diventi più armonica, più efficiente, più sostenibile. E il metodo di Sunstein è uno solo: una regolamentazione intelligente che renda la vita della società, dei cittadini, delle imprese, sempre più semplice.
Michael Lewis
Un'amicizia da Nobel. Kahneman e Tversky, l'incontro che ha cambiato il nostro modo di pensare
Circa quarant'anni or sono gli psicologi israeliani Daniel Kahneman e Amos Tversky hanno dato alle stampe una serie di lavori in cui mostravano come la mente umana tenda a cadere in errore quando si trova costretta a scegliere in situazioni di incertezza. Le loro scoperte hanno posto le basi di una nuova disciplina, l'economia comportamentale, e la loro teoria della mente è stata premiata con il Nobel vinto da Kahneman nel 2002. Un'amicizia da Nobel racconta la storia di una collaborazione avvincente, quella tra due menti d'eccezione che hanno al tempo stesso la statura di grandi figure letterarie. Le ricerche di Kahneman e Tversky, eroi sul campo di battaglia oltre che dell'accademia - entrambi avevano alle spalle importanti carriere nell'esercito israeliano -, erano indissolubili dalle esperienze fuori dal comune che avevano segnato le loro vite. Tversky era un combattente dinamico, un carattere estroverso, sempre al centro dell'attenzione; Kahneman era un introverso dominato dalle proprie insicurezze. La storia delle loro ricerche viene ricostruita a partire dalle personalità di due individui affascinanti, anche se molto diversi. Eppure il loro sodalizio ha cambiato per sempre il modo in cui gli uomini percepiscono la propria mente.
Un'amicizia da Nobel. Kahneman e Tversky, l'incontro che ha cambiato il nostro modo di pensare
Circa quarant'anni or sono gli psicologi israeliani Daniel Kahneman e Amos Tversky hanno dato alle stampe una serie di lavori in cui mostravano come la mente umana tenda a cadere in errore quando si trova costretta a scegliere in situazioni di incertezza. Le loro scoperte hanno posto le basi di una nuova disciplina, l'economia comportamentale, e la loro teoria della mente è stata premiata con il Nobel vinto da Kahneman nel 2002. Un'amicizia da Nobel racconta la storia di una collaborazione avvincente, quella tra due menti d'eccezione che hanno al tempo stesso la statura di grandi figure letterarie. Le ricerche di Kahneman e Tversky, eroi sul campo di battaglia oltre che dell'accademia - entrambi avevano alle spalle importanti carriere nell'esercito israeliano -, erano indissolubili dalle esperienze fuori dal comune che avevano segnato le loro vite. Tversky era un combattente dinamico, un carattere estroverso, sempre al centro dell'attenzione; Kahneman era un introverso dominato dalle proprie insicurezze. La storia delle loro ricerche viene ricostruita a partire dalle personalità di due individui affascinanti, anche se molto diversi. Eppure il loro sodalizio ha cambiato per sempre il modo in cui gli uomini percepiscono la propria mente.